TETTO IN CANNE: la canna palustre, opportunamente raccolta nel mese giusto (gennaio- febbraio dicono, per evitare che poi seccando diventi da verde a grigia) e stagionata in modo che suoni, è il materiale che a vista caratterizza queste abitazioni. Questo materiale era di comune utilizzo anche in palazzi nobiliari e chiese per la costruzione di soffitti e volte poi intonacati a gesso e decorati, grazie alla flessibilità e resistenza anche in condizioni di carico (cavità interna nodi). E' paragonabile al legno, come questo va tenuto al riparo da umido e parassiti. Rispetto al legno molto più flessibile permette di "tessere" il tetto sui travicelli (della cosiddetta
capriata) adattandolo alle loro curve. Veniva legata a giunco, in epoca moderna a spago o filo di ferro zincato.
La struttura originale sosteneva direttamente le tegole, legate tramite un impasto di calce, in modo che vi fosse una vera e propria circolazione di aria e anche di luce se qualche tegola, per il vento per il tempo o per un piede incauto, si spostava. Unita alla fragilità delle tegole sarde, molto più porose del laterizio rosso cotto ad alte temperature, rendeva il trafficare sul tetto solo per muratori esperti dal piede di gatto. Trai pregi un maggiore isolamento termico e trai difetti il fatto che, irrimediabilmente, ogni tanto qualcosina cade... e si è a tavola o a letto può non essere piacevole. E' anche molto gradito nascondiglio per insetti e per i gechi, loro cacciatori (forse brutti ma innocui).
La canna palustre, comune in tutti i luoghi umidi dove forma grossi cespugli (eliofoni naturali), è anche il materiale con il quale viene costruito lo strumento musicale tipico della Sardegna: le LAUNEDDAS di origine nuragica.
http://it.wikipedia.org/wiki/Launeddas
http://www.youtube.com/results?search_query=is+launeddas&sm=3
http://www.plasticseurope.it/cose-la-plastica/tipi-di-plastica/poliolefine.aspx
racconto a immagini e trafiletti delle attività di miglioramento di una casa tipica del sud-Sardegna, pur abitando in Romagna :D
nota: i link inseriti hanno l'intenzione di aiutare a conoscere meglio questo tipo di architetture vernacolari con i loro pregi/difetti.vedi: http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=203275 una documentazione completa.
N.B. questo blog è aggiornato quasi sempre in differita e puntualmente lento anche nei suoi discontinui aggiornamenti ;)
Odiernamente per evitare che la polverina cada attraverso le canne, prima di ricoprirle con la malta di calce viene steso il tessuto non tessuto o in alternativa un telo in poliolefine traspirante. Inoltre la legatura manuale delle canne puo' essere eseguita con filo di rame in bobine per avvolgimenti elettrici. Luigi
RispondiEliminaA distanza di tempo credo che la il tessuto non tessuto lo avrei messo, anche se i punti dove le canne non sono unite perfettamente tra loro sono rari (questo torna a merito di chi ha realizzato l`opera).
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