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... nelle foto sono evidenti i motivi per un intervento "di emergenza" necessario nel 09/1996 prima dell'inverno, un rappezzo di fortuna fatto con le lastre eternit visibili nelle fotografie del 1998...
LE TEGOLE SARDE: si differenziano dai coppi laterizio rosso per una maggiore porosità e fragilità, dovuta credo alla temperatura di cottura. Venivano infatti cotte in forni artigianali assumendo il caratteristico colore giallo chiaro, che diventa grigio per l'azione del tempo e dei licheni che la ricoprono. Si dice che queste tegole venissero formate appoggiando l'argilla, spesso del tipo bianco e non grigio come quella usata per il laterizio nella pianura padana, sulla coscia di chi le fabbricava. Alcune portano il segno di chi le ha fabbricate: un graffio o semplicemente l'impronta di due o tre polpastrelli. Questo materiale povero si imbeve di acqua e poco potrebbe resistere nei climi dove il neve e ghiaccio sono normali nella stagione invernale, sottoposto alle intemperie ha una resistenza limitata
rispetto al vantaggio della maggior resistenza termica al sole estivo forte, abituale a questi climi in questa isola.Il tipo di copertura presenta, oltre alla difficoltà nel calpestarla (di solito si stendono assi in orizzontale per ripartire meglio il peso), ha il difetto ben evidente in fotografia: le tegole del colmo si spostano, essendo murate semplicemente a calce (per poterle evidentemente riutilizzare in caso di rifacimento), o peggio quelle del canale si sfasano o si riempiono di materiale. Il cammino della pioggia viene ostacolato e reso tortuoso provocando pericolose infiltrazioni che finiscono per compromettere lo strato di canne sottostanti portandole a marcire e spaccarsi. Da notare la tecnica della tegola molto sporgente, modo di allontanare l'acqua dal muro: la maggior parte delle abitazioni tradizionalmente non aveva grondaie. Lato loggiato invece si trova un "canale maestro" che raccoglie in due o tre uscite tutta l'acqua della falda, che qui scende molto più forte (noto l'espediente di far scendere da qui una catena per invitare l'acqua lontana dalle colonne). La casa campidanese, come una sorta di "impluvium" romano, tende a riversare tutta l'acqua piovana al cortile definendo poi, per il colmo, delle vie di uscita in strada o al vicino (che poi la passava al vicino e così via) fin dall'antichità (quando non esistevano le moderne fognature). Si può concludere che questo tetto andava necessariamente revisionato spesso.
Le tegole sarde, come le altre, sono sane se al test risuonano bene mentre un rumore sordo indica che sono crepate. Al giorno d'oggi sono oggetti preziosi, nuove non si trovano.
Sono anche ricercate per artigianato artistico: pittura o piccole miniature di case tipiche.
http://www.sateulasarda.it/
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